La Luna, la sua evoluzione iconografica…
Perché ho scelto di presentarvi le rappresentazioni di questa lama? Perché è una di quelle che mi sembra aver cambiato in modo significativo durante i secoli. Essa troverà la sua iconografia stabile solo nel XVII secolo.

Nei tarocchi dei Visconti la luna è rappresentata da una donna bionda (molto probabilmente la Dea della Luna Séléné) che tiene una falce di luna.
Nei tarocchi dei Duchi di Este, due astrologi di sesso maschile fanno dei calcoli per determinare la natura della luna e, in quelli di Viéville, una donna di una certa età fila la lana con l’aiuto di una conocchia sotto una luna piena rivolta di faccia. Per finire, nei tarocchi di Conver vediamo una vasca nella quale si trova un grande granchio, poi in secondo piano due cani (o lupi) sembrando urlare alla Luna, loro stessi circondati da due torri sullo sfondo. Questa configurazione fu realizzata da Nicolas Rolichon in primo luogo (1575 -1635).
È a partire dal XVII secolo che appare una forma più figurativa della Luna. Non più solo un astro, viene personificata da un viso, sia rivolta di faccia, indicando che non occulta niente e che osserva, sia di profilo, voltato verso la sinistra, cioè verso il passato. In questa ultima rappresentazione la lama non ha terminato la sua fase di crescita, è ancora legata alle nostre origini.
Queste due ultime rappresentazioni (Viéville e Conver) diventeranno l’iconografia più comune della luna, che ci ricorda peraltro l’eclissi solare. Infatti, la falce si inserisce in una forma piena (quella del sole) ed i raggi che se ne propagano sono quelli del sole, solo elemento che rimane visibile durante l’eclissi solare. Anche se la luna nasconde il sole e di conseguenza la luce (segno di vita e di crescita) non è pertanto un segno negativo poiché è crescente, segno di speranza per il futuro. Possiamo anche affermare che la luna introduce il sole, per i raggi che lo circondanno.
Così, il XVI secolo segna una transizione tra due stili di rappresentazioni: quello di una rappresentazione parziale per la falce di luna (prima del XVI secolo) e quello di una rappresentazione più completa e figurativa dell’astro e del suo ciclo (dopo il XVI secolo).
Sembrerebbe che le prime iconografie si legavano maggiormente alla fase di rinascita o rigenerazione della luna (la falce), che simboleggia il potere femminile o la natura della donna. Il secondo tipo di rappresentazione, figurativo, si lega ad un significato più complesso ed ambivalente di questa. La sua qualità fisica, non emette la luce ma riflette quella del sole, contribuisce a forgiare un simbolismo duale : da un lato il Sole (sorgente di luce, attivo), evoca il Padre; dall’altro la Luna (riflesso di luce, ricettivo), evoca la Madre.
La Luna esprime dunque il principio della riflessione, del riverbero perché riflette la luce del sole, analogia con la natura umana, la nostra coscienza che riflette il nostro inconscio nascosto.
Di conseguenza questa rappresentazione integrafortemente la nozione del passato e dell’influenza di questo sul nostro presente. Aggiungerei che questa rappresentazione non evoca solo la dualità dell’essere umano, ma anche la sua progressione malgrado questa dualità.
Se volete saperene di più sull’analisi di tutti gli elementi che compongono la lama potete leggere il mio articolo, La Luna, arcano del sogno e dell’inconscio.


